Nella cucina si trovano non solo utensili e riproduzioni di cibi, ma anche una copia del Bristol Mercury del 1791, con l'invito a leggere la lettera firmata soltanto un amico dell'umanità che protesta contro la pratica della schiavitù.
La lettera protesta contro le torture infernali che sono state inflitte senza pietà dai nostri connazionali ai nostri simili di un colore differente, ed invita i lettori a chiedere l'abolizione della schiavitù, avvenuta solo nel 1833 in Gran Bretagna con lo Slavery Abolition Act.
Adiacente alla cucina si trova la lavanderia, che utilizzava acqua piovana raccolta dal tetto in una cisterna, poichè a Bristol non era ancora disponibile l'acqua corrente. Un pannello spiega la complessa procedura per lavare i panni sporchi con gli strumenti a disposizione.
Primo piano
Saliamo adesso al primo piano, dove si trascorrevano le giornate: troviamo la biblioteca, arredata con una impressionante libreria in legno, la piccola stanza da disegno dove si riunivano le donne, con una peculiare opera d'arte realizzata da Maria Ruding con piume di uccello da ogni parte del mondo.
Nella smoking room invece si riunivano gli uomini per fumare e discutere, e grazie alla disposizione dell'arredamento sembra quasi di vederli giocare a carte o bere il the vicino al camino acceso.
Secondo piano
Saliamo infine al secondo piano, dove si trovano le stanze da letto, con un letto a baldacchino del 1785 coperto da un copriletto ricamato, una culla e un tavolo predisposto per la rasatura.
Sempre all'ultimo piano si trova il triste elenco di tutti gli schiavi che lavorarono nella piantagione Pinney, per ricordare su cosa la ricchezza di questa casa e altre simili fosse in realtà basata.
Dove andare da qui
Poco distante dalla Georgian House si trova un'altra casa museo, la Red Lodge Museum, di epoca Tudor.
Con una passeggiata su per la collina si raggiunge invece la Cabot Tower, da dove ammirare il panorama della città.